Michelangelo by Giulio Busi

Michelangelo by Giulio Busi

autore:Giulio Busi [Busi, Giulio]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788852083556
editore: Mondadori
pubblicato: 2017-11-19T16:00:00+00:00


Il piccolo «Michelagniolo», a cui è così affezionato, è il figlio di Urbino, l’assistente che lo ha affiancato per vent’anni, e che è mancato ai primi di gennaio 1556. Se lo porterebbe con sé, il Michelangiolino, per fargli da nonno e crescerlo nel mestiere. Che il terribilissimo si sia finalmente intenerito?

Ma Roma non gli lascia tregua. Oltre a San Pietro, in questo ultimo scorcio degli anni Cinquanta e fino al 1563, si occupa di vari, e vasti, progetti architettonici: la sistemazione della piazza del Campidoglio, Palazzo dei Conservatori, il completamento della chiesa di San Giovanni dei Fiorentini, la Cappella Sforza a Santa Maria Maggiore, Porta Pia, Santa Maria degli Angeli. È un catalogo prestigioso, in cui Michelangelo è impegnato, di volta in volta, con progetti, interventi parziali, consigli. Sebbene i cantieri vengano quasi sempre conclusi dopo la sua morte, anche alterando e variando le sue idee, l’ultima stagione del Michelangelo architetto è intrisa di forza intellettuale, movimento, invenzione. Non a caso, la sua concezione totale, armonica, antropomorfa della costruzione trova una succinta, lapidaria formulazione proprio in una lettera del 1557: «è cosa certa che le membra dell’architectura dipendono dalle membra dell’uomo. Chi non è stato o non è buon maestro di figure, e masimo di notomia, non se ne può intendere».

Nei lavori per la piazza del Campidoglio, ha un ruolo decisivo Tommaso Cavalieri. Il ragazzo bellissimo e sensibile è diventato un maturo notabile romano, che nel 1554 viene nominato deputato alla Fabbrica capitolina. Tommaso non ha mai smesso di essere vicino al Maestro. Ne ha ispirato, raccolto e promosso l’opera poetica, ne ha fatto conoscere i disegni, ha scambiato con lui opinioni e giudizi critici. Alla passione suscitata in Michelangelo al primo incontro, è subentrata un’amicizia profonda, capace di vincere gli sbalzi, le idiosincrasie, la ruvidezza del Maestro. Nubi occasionali ma minacciose, di cui Tommaso si lamenta ancora nella sua ultima lettera a Michelangelo che ci sia conservata:

sappiate certo che voi non havete il miggliore amico di me. Né mi vogglio stendere sopra di ciò ma, se a voi adesso pare altramente, spero che in poco tempo, se volete, ve ne chiarirete; et so che sapete ch’io vi sono stato sempre amico senza interesse alcuno. Ora io non vogglio dire altro, perché pareria ch’io mi volesse scolpare di qualche cosa, il che non è; né mi so imaginare per nessun verso che cosa habiate meco. Et vi prego et scongiuro, per quanto amore portate a Dio, che me lo vogliate dire, acciò ch’io vi possa sgannare.



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